Che cosa cerca la generazione Z nel lavoro?

Investire sulle nuove generazioni che si affacciano sul mondo del lavoro è una delle strategie migliori che le aziende hanno per crescere, innovare e acquisire vantaggi competitivi rispetto alla concorrenza. La generazione Z si sta affacciando al mondo del lavoro e secondo un’indagine condotta da Adobe, entro il 2025 costituirà il 27% della forza lavoro e già ora si sta affermando come il gruppo di consumatori dominante, nonché elemento trainante dal punto di vista culturale. Le aziende dovranno rivolgersi ai giovani di questa generazione se vorranno rimanere interessanti e competitive. Ma come rendersi attrattiva ai loro occhi? Mentre l’identità della generazione Z si sta ancora delineando, è fondamentale che i datori di lavoro comprendano le sfide uniche che questa generazione deve affrontare, come aver iniziato il proprio percorso lavoratovo durante la pandemia, e sostengano i giovani all’inizio della loro carriera.

 

Chi sono i ragazzi della generazione Z e cosa cercano nel lavoro

La generazione Z, quella dei nativi digitali nati tra il 1997 e il 2012, ha memoria della crisi economica e questa precoce esposizione all’incertezza ha reso i giovani quanto mai pragmatici in termini di carriera, mostra una ricerca Deloitte. La generazione Z, inoltre, sarà la più istruita della storia, con il 57% iscritto a un corso di laurea rispetto al 52% dei millennial. Diversità, inclusione e responsabilità sociale rappresentano problematiche fondamentali per la generazione Z, secondo il Pew Research Center.

Questa generazione ha molto da offrire ai datori di lavoro. Si tratta di persone con grande familiarità con l’ambito digitale, una visione del mondo consapevole delle problematiche sociali e relative alla sostenibilità e un livello di istruzione più elevato rispetto alla forza lavoro attuale. Come riportato sul Washington Post, la Generazione Z è alla ricerca di prove sulla dedizione dei datori di lavoro verso i temi della diversità e dell’inclusione.

I giovani pensano a un lavoro che sia in linea con le loro passioni e le gratifichi, meglio ancora se consente di impegnarsi in qualcosa in cui credono. Senza rinunciare però a carriera e al guadagno. Più concreti e razionali i ragazzi, disposti in maggior numero a seguire l’esempio di famiglia e a intraprendere percorsi scientifici e STEM. Tutti quanti, però, mettono al primo posto un’ambizione: trovare un buon equilibrio tra vita privata e lavoro, secondo una recente ricerca condotta da Ipsos per Valore D tra 800 giovani di 16-21 anni. Confermano i dati  Adobe, secondo cui il 74% dei giovani intervistati ha dichiarato che cambierebbe posto di lavoro per ottenere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, il 66% ha affermato che preferirebbe poter avere un maggiore controllo sull’orario di lavoro e il 63% che passerebbe al lavoro da remoto.

Secondo la ricerca condotta da Ipsos per Valore D tra 800 giovani di 16-21 anni, la ricerca di un lavoro gratificante orienta la scelta del percorso di studi della quasi totalità degli studenti (93%), le ragazze si rivelano più idealiste dei loro coetanei e desiderano essere utili alla società (86%). Per i ragazzi è più importante fare una scelta che sia coerente con gli studi delle superiori (67%). Ma quando si tratta di scegliere il percorso di studi futuri ragazzi e ragazze sono d’accordo: 7 su 10 si sentono poco seguiti.

 

 

Come orientare i giovanissimi al percorso e al lavoro giusto?

Come possiamo, allora, aiutare i giovanissimi a individuare i lavori più in linea con i propri talenti, abilità e aspettative? Valore D presenta Wanter, il nuovo progetto di innovazione sociale per indirizzare i giovani ai lavori di domani. Wanter nasce per rispondere all’esigenza evidenziata da un’indagine condotta da IPSOS per Valore D sui giovani tra i 16 e i 21 anni: guidare gli studenti in un percorso di consapevolezza sulle professioni di domani grazie a uno strumento digitale che racconti quali saranno i lavori più richiesti nei prossimi anni e che superi gli stereotipi di genere ad essi associati. L’obiettivo è ridurre il gap esistente tra i sogni dei ragazzi e le richieste di un mercato del lavoro in rapida evoluzione e sempre più incentrato sulle competenze STEM, Science, Technology, Engineering, Mathematics.

 

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