Disciplinati, creativi ma ancora prigionieri degli stereotipi

Nonostante la fatica e le incertezze legate alla ripartenza, in fondo siamo positivi. Scopriamo che la crisi Covid-19 ci ha permesso di trovare nuovi modi di lavorare, ci ha fatto riscoprire il valore della socialità e ci ha ricordato priorità che avevamo accantonato. È questo lo spaccato che emerge dalla ricerca #ioracconto condotta da Valore D, facendo seguito alla ricerca #iolavorodacasa, che ha indagato come il mondo del lavoro si è adattato all’emergenza.

 

È stata dura…

A un mese di distanza dalla prima ricerca i dati confermano che il periodo trascorso è stato pesante per tutti (66%), soprattutto per l’80% delle madri che hanno vissuto sentimenti negativi tra cui incertezza, preoccupazione: Guardando al futuro, quello che più spaventa tutti è la tenuta economica e il futuro politico dell’Europa/dell’Italia (74,5%), prima ancora che la salute nostra e dei nostri cari (63%).

Sono in prevalenza le donne, e in particolare le madri con il 52%, a ritenere che questa emergenza ci lascerà in eredità modi di lavorare che prima non pensavamo possibili. Gli uomini vi credono per il 37%. Sono ancora in maggioranza le donne a credere che riscopriremo una scala di priorità di cui ci eravamo dimenticati (42%) e il piacere di stare insieme fisicamente e non più virtualmente (38%).

 

 

 

Ci siamo scoperti più responsabili

In questo periodo di emergenza abbiamo poi scoperto in noi risorse che non avevamo considerato prima. La gestione dello stress ha caratterizzato le giornate di quasi un terzo di uomini e donne, il focus sulle priorità è stato sperimentato in prevalenza dagli uomini (28,3%), così come il senso del dovere ha risvegliato gli animi dei padri (28,6%). Gli uomini hanno anche scoperto l’importanza della creatività (24%) e il 14% dei padri si è  trovato a sperimentare.

… e disciplinati

Se qualcuno temeva che lo smart working avrebbe portato ad una rilassatezza dei tempi di lavoro dovrà ricredersi perché siamo molto disciplinati. Oltre il 50% dei rispondenti inizia la giornata lavorativa alla stessa ora, intorno alle 9 del mattino, preserva la pausa pranzo, e termina di lavorare tra le 6 e le 7 della sera. In pratica abbiamo trasferito l’ufficio a casa.

 

Ancora prigionieri degli stereotipi

La ricerca però conferma anche che, nonostante i passi avanti, lo stereotipo è duro a morire. Le donne infatti si occupano della casa (pulisce il 53% delle donne contro il 37% degli uomini) e gli uomini procacciano il cibo (il 40% degli uomini si occupa della spesa contro il 25% delle donne)!

Inoltre, se il 40% dei rispondenti lavora in uno spazio dedicato, lo studio è indubbiamente riservato ai papà (66%). Le donne si adattano e lavorano in soggiorno, in camera da letto o in cucina.

La situazione non cambia quando si parla di stipendi. Il 49% delle donne che hanno risposto alla ricerca dichiara che è il partner a guadagnare di più e il 40% degli uomini conferma di essere lui il breadwinner.

 

La risposta delle aziende

Le aziende hanno attuato misure concrete che hanno messo al centro il dipendente e la necessità di prendersi cura di sé e della sua famiglia attraverso permessi, incentivando le ferie, sviluppando attività di coaching. Il 10% ha alleggerito le attività e ha adeguato l’orario di lavoro alle esigenze dei genitori.

 

“Questa crisi offre l’opportunità al paese di ricostruire un tessuto economico più inclusivo a cominciare dal miglioramento dell’occupazione femminile”, commenta Paola Mascaro, Presidente Valore D. “Per fare ciò va ripensato il modo di intendere il lavoro favorendo la flessibilità attraverso lo smart working  ma non solo: le donne vanno alleggerite dal carico di cura, è necessario modificare l’attuale normativa sul congedo parentale perché i carichi di cura non siano unicamente  appannaggio femminile”.

 

Per consultare i dati della survey completa 

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