Valore D in Senato: “Bene le quote di genere, ora si passi dalla quantità alla qualità”

La legge Golfo-Mosca “ha funzionato, le aziende hanno recepito bene e per tempo le varie disposizioni e oggi viviamo in un momento di stabilizzazione dei risultati raggiunti, a livello quantitativo. Tuttavia a livello qualitativo  – e nonostante i tantissimi studi che testimoniano come la diversità nei CdA comporti benefici economici e performance aziendali migliori – ancora poche donne ricoprono ruoli decisionali ed esecutivi nei Consigli di Amministrazione”.

 

Questo il contributo ieri dell’audizione di Valore D in commissione Finanze al Senato, rispetto ai  due ddl per la parità di accesso tra i generi agli organi delle società quotate e per il rinnovo della Legge Golfo-Mosca.

“Valutiamo positivamente i due disegni di legge in esame e non crediamo che una proroga del periodo di vigenza della normativa sia da considerarsi un fallimento, anzi si tratta, a nostro avviso, di un periodo necessario e da sfruttare per perseguire un obiettivo più ampio, più ambizioso ma necessario quanto i numeri e le quote: un obiettivo culturale” ha dichiarato Paola Mascaro, Presidente di Valore D. I ddl puntano a estendere a sei mandati (dai tre previsti attualmente) il periodo in cui il genere meno rappresentato deve ottenere almeno un terzo degli amministratori da eleggere.

“Crediamo che per rendere naturale un processo, per creare una consuetudine e per dar vita ad un cambiamento culturale – aggiunge Paola Mascaro – siano necessarie tempistiche molto lunghe. Fino a quando il cambiamento non sarà quindi completo, duraturo e intrinseco al dna aziendale, la norma avrà il compito di guidare e accompagnare le aziende nella formazione di nuova cultura, in un’ottica di una maggiore inclusività di genere“.

 

 

“I dati ci raccontano molto: secondo dati Consob, nel 2011 le donne nei CdA erano il 6-7%; nel 2018 la situazione è completamente cambiata: la quota di donne è salita al 36%. Il dato è confermato anche dall’ultima analisi condotta dall’Osservatorio Smart Boards sulla composizione dei consigli di amministrazione: l’incidenza di donne dal 2012 – anno di entrata in vigore della legge Golfo-Mosca – al 2017 è triplicata, passando da 242 a 751.

 

Inoltre, per quanto riguarda la parità di accesso tra i generi nei CdA “rimangono alcuni aspetti qualitativi non così positivi, che necessitano di ulteriore tempo per essere migliorati, come la parità di remunerazione (le donne nei ruoli esecutivi nei cda guadagnano meno della metà dei colleghi uomini con stesso incarico, in media 500mila euro contro 1,3 milioni) e la tipologia di incarico: in media le donne che all’interno dei cda ricoprono posizioni di indipendenti non executive è dell’82%” conclude Paola Mascaro.

 

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